Tuesday, July 7, 2015

Evento 04/07/2015 AMBASCIATA DEL BRASILE ROMA


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Friday, May 29, 2015

"VAMPYROTEUTHIS INFERNALIS" Luiz Moretto Quintet: JAZZ JOURNAL / JAZZCOLOURS / CADENCE JAZZ



JAZZ JOURNAL

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LUIZ MORETTO QUINTET

VAMPYROTEUTHIS INFERNALIS (SLAM 558)
Alípio C Neto (ss, ts, pc, wh); 
Luiz Moretto (vn, rabeca); 
Francesco Lo Cascio (vib, pc);
Gianfranco Tedeschi (b); 
Marco Ariano (d, pc). 
Rome, October 2013, March 2014. ****

Slam's a rich source of new music from Italy and this, 
along with recent work by fellow violinist Stephano Pastor 
is among the most compelling. 
Moretto has a wild, slightly eldritch tone, with
a fine instinct for rhythmic variation.
Brazilian and African (Ghanaian?) sources collide and combine. 
Great support from the rest of the group: Neto´s already
widely admired, but Lo Cascio is a monster, 
who'll be spreading alarm among the Chicago guys.
Recommended. (Brian Morton)

JazzColours

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Luiz Moretto Quintet VAMPYROTEUTHIS INFERNALIS (Slam rec. - 2014)
La rabeca è uno strumento ad arco a metà fra violino e liuto, che dal Tardo Medioevo attraverso il Portogallo giunge nella musica tradizionale del Brasile. Ed è fra rabeca e violino che si destreggia Luiz Moretto, musicista brasiliano che impiega i suoi strumenti nell’ambito della scena improvvisata, a metà fra Jean-Luc Ponty e Leroy Jenkins. “Vampyroteuthis Infernalis” lo vede circondato da musicisti ben noti in Italia: dal portoghese Alípio C. Neto ai sax al vibrafonista Francesco Lo Cascio, Gianfranco Tedeschi al contrabbasso e Marco Ariano alla batteria. Se il primo brano, Espiral do Tempo, lascia perplessi (a parte l’intro di Tedeschi), convince di più Rio Vermelho do Desterro, struttura creata da vibrafono e contrabbasso con svolgimento affidato al sax tenore, e interessanti assoli di vibrafono e del leader, nonché un raccolto intervento di Tedeschi. La stridula voce della ribeca espone Rope em Fuga, tempo veloce su cui spicca il tocco fulmineo di Lo Cascio, seguito dalla lucida estemporaneità di Neto e dalla galoppata di Moretto. La traccia eponima si riferisce al nome scientifico del calamaro vampiro, mollusco degli oceani temperati e tropicali che vive a profondità di più di mille metri: il movimento iniziale è lento, dal silenzio acquatico di contrabbasso e vibrafono emergono violino e soprano, pulsanti ma lineari, che intrecciano i rispettivi assoli nel disegno dei tentacoli e della membrana del cefalopode, per zittirsi infine di nuovo verso le profondità marine.Refrações Geométricas richiama un’altra caratteristica del mollusco, la bioluminescenza, usata come arma di difesa per spaventare o cogliere di sorpresa gli altri abitanti degli abissi: anche qui non c’è un vero tema, ma le voci di tutti gli strumenti — plauso particolare a Neto — si uniscono in modo difforme per generare combinazioni cromatiche che danno risalto all’intesa collettiva. Breve trionfo del pizzicato in Photophores, quindi Saturnia, dove si distinguono Neto e Ariano, artefici di un tenace duo soprano-batteria, ed il gioioso trio finale violino-vibrafono-soprano. Terras de Arroz e Açucar chiude con rabeca, sax tenore e percussioni. La forza della musica d’avanguardia, in un quintetto che va ben oltre la splendida accoppiata sax-violino egregiamente supportata dalla ritmica italiana._An.Rig.&An.Te. 

CADENCE

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VAMPYROTEUTHIS INFERNALIS [Slam 558] may also be LUIZ MORETTO’s [vln/rabeca] first release. Here the group [Alipio C Neto-ts/ss, Francesco Lo Cascio-vbs/perc, Gianfranco Tedeschi-b, Marco Ariano-dms] is well tuned in to each other and solos dovetail nicely within their free constructs. The eight cuts here are all originals and the use of vibes here harkens back to the free music of the 60s and 70s as it gives a suspended sense while soloists set their ideas in motion. Neto is the outstanding soloist in the group but it is the contributions and coloring of all that makes this such a successful listen.




LUIZ MORETTO

Wednesday, April 22, 2015

PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI GIANCARLO SCHIAFFINI (TRAGICOMMEDIA DELL'ASCOLTO)

PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI GIANCARLO SCHIAFFINI 

TRAGICOMMEDIA DELL'ASCOLTO

                                       Giovedì 23 aprile
                                       alle ore 18.00


                                    Galleria Monty&Company
                                                     Via della Madonna dei Monti 69, 00184 Roma

In occasione del finissage della mostra "Musica preparata" di Massimo Piersanti e Oscar Turco del ciclo SIDE BY SIDE, Irmela Heimbächer è lieta di invitarvi alla presentazione del libro di Giancarlo Schiaffini "Tragicommedia dell'ascolto", che si terrà giovedì 23 aprile alle ore 19.

Presenteranno il volume Alessandra Carlotta Pellegrini e Alípio Carvalho Neto.

Sarà presente l'autore.



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L’arte dell’ascolto: il tháuma akóuesthai (θαύμα ἀκούεσθαι) di Giancarlo Schiaffini


 La Substance est un Être capable d’Action. 
                         Leibniz, La Monadologie 

            Nei miei studi accademici ho avuto l’opportunità di approfondire una lettura sull’importante ruolo che svolge Giancarlo Schiaffini nel panorama italiano come musicista ed educatore. La mia tesi di Dottorato è stata dedicata alla sua musica[1], fondata sull’idea di un sui generis senso della libertà, segnata da una consapevolezza originata dalla sua artisticità e ricerca personale, che avvicinano ed amplificano i territori della composizione e dell’improvvisazione.
La pubblicazione di questo suo nuovo testo serve appunto alla riflessione sull’essenza dell’elemento fondante dell’arte musicale, che può anche essere considerato l’aspetto primordiale della poetica schiaffiniana. Mi riferisco, ovviamente, all’ascolto. Le esperienze avute in diversi gruppi, che hanno consolidato la sua libera ed autonoma poetica musicale, sono esempi in mezzo a tante altre attività creative nelle quali ha partecipato Giancarlo Schiaffini in qualità di esecutore-compositore-improvvisatore, che hanno celebrato l’ascolto come meccanismo indispensabile alla fenomenologia del discorso musicale.
            La ricca diversità delle esperienze di Giancarlo Schiaffini rivela il segno indiscutibile di un approccio originalissimo, con cui egli ha seguito un variegato percorso formativo. Nella mia ricerca ho proposto, come categoria analitica, il bíos mousikós (βίος μουσικός) di Giancarlo Schiaffini, la sua vita musicale, che presenta come caratteristiche fondamentali, atte ad una maggiore comprensione della sua libertà artistica e politica, l’apertura e l’esercizio cosciente e intenzionale dell’ascolto.
È l’universo percettivo totale, capace di generare meccanismi utili alla poetica sonora schiaffiniana, che costituisce la meraviglia dell’ascolto, iltháuma akóuesthai (θαύμα ἀκούεσθαι)[2], che si riflette nella diversità dei suoi progetti e collaborazioni con le più svariate estetiche musicali. Il tháuma akóuesthai, come categoria di rappresentazione dell’ascolto, è l’aspetto udibile che presuppone la dinamica capacità mimetica del musicista che subisce la folgorazione sonora attraverso la sua azione come esecutore-compositore-improvvisatore. Jean-Pierre Vernant riflette su una categoria correlata trovata nella dimensione simbolica della rappresentazione figurata:

La categoria della rappresentazione figurata non è un dato immediato dello spirito umano, un fatto naturale, costante e universale. È una categoria mentale che, nella sua elaborazione, presuppone che si siano già enucleati e nettamente delineati, nei loro reciproci rapporti e nella comune contrapposizione al reale, all’essere. Questa affermazione di una piena coscienza figurativa si verifica, in particolare, nello sforzo compiuto dagli antichi Greci per riprodurre in una materia inerte, per mezzo di artifici tecnici, l’aspetto visibile di chi, da vivo, manifesta improvvisamente allo sguardo il pregio della propria bellezza - divina bellezza - in quanto thauma idesthai, mirabile da vedere.[3]

            È l’ascolto, il mirabile da sentire, meraviglia dell’ascolto nell’esperienza schiaffiniana, la categoria che muove e che folgora l’orecchio, come nel dipinto di Cesare Tacchi “Sentire”… Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate (Pablo Picasso)[4]. Seguendo le parole di Picasso, Tacchi crea un’assoluta allegoria dell’ascolto mettendo al centro del quadro il padiglione auricolare in mezzo a uno sfondo verde. Schiaffini compie la missione dell’azione libera, della sua tripla azione come esecutore-compositore-improvvisatore, e prende l’orecchio, come in Tacchi (ut pictura), trasformandolo in riferimento centrale della sua poetica. Il suo operare indica la capacità intrinseca della musica di rendere udibile l’immaginazione creativa, come illustrato da Mikel Dufrenne che avvicina simbolicamente la pittura alla musica:

            Ainsi la musique imite-t-elle la peinture: elle est au musical ce que la peinture est au pictural. Car tout ce qui vient d’être dit de la musique pourrait l’être de la peinture, et l’est en bref dans un mot mille fois cité de Klee: <> Pareillement, la musique rend audible. Chaque art affirme énergiquement sa spécificité, et c’est en quoi ils sont semblables, en quoi, si l’on veut, la musique imite la peinture. Toutefois, cela n’autorise pas encore à penser qu’il y a de la peinture dans la musique, que la musique introduit ou admet du visible dans l’audible.[5]

            Questa spetrale apertura di Giancarlo Schiaffini all’universo musicale, lontano dallo stabilire limiti alla sua curiosità, o pregiudizi restrittivi, fa in modo che le sue esperienze musicali, dalla metà degli anni Sessanta fino ad oggi, abbiano come caratteristica principale l’eterodossia e l’ibridismo tra territori solitamente percepiti come diversi. È questa convivenza di stili che viene definita con tháuma akóuesthai (θαύμα ἀκούεσθαι), ovvero, meraviglia dell’ascolto condiviso tra diversi azioni, che sigillano un universo musicale esteticamente poliedrico, testimoniato qui da Giancarlo Schiaffini in prima persona. Per rendere leggibile le sue riflessioni sull’importanza dell’ascolto nelle sue esperienze musicali, Giancarlo Schiaffini ha preparato un saggio che serve come proposta di dialogo e che, oltre ad essere un gesto stimolante di generosità didattica, invita tutti gli amanti della musica ad un intelligente e riverberante rispecchiarsi. L’ascolto rappresenta, per la poetica musicale, il “soprano edificio del mondo” sonoro, l’Empireo della dimensione sublime della musica, lontana dalla mondanità della gloria e delle vanità banali del culto secolare della personalità e dei generi classificabili. Giancarlo Schiaffini propone al lettore un convivium all’interno della sua testimonianza, giacché tutti gli uomini desiderano sapere. La Tragicommedia dell’Ascolto è parte della sostanza della vita musicale di Giancarlo Schiaffini. Che cos’è il musicista, se non un essere capace d’agire ascoltando?


Alípio Carvalho Neto


[1] Alípio Carvalho Neto (2014). La Musica Libera di Giancarlo schiaffini, Tesi PhD, Università di Roma 2 “Tor Vergata”.
[2] Il concetto di “meraviglia”, del sostantivo neutro tháuma (θαύμα), lo si può riscontrare, per esempio, diluito nel Primo Libro della Metafisica di Aristotele, dove viene utilizzato thaumázein (θαυμάζειν), l’infinito del verbo thaumázo(θαυμάζω), per fare riferimento alla filosofia la quale nasce dalla “meraviglia”, che in realtà, sarebbe più opportuno tradurre con il lemma “spavento”, o anche “terrore”, “paura” rappresentando quel momento particolare che precede l’aprire gli occhi per la prima volta alla vita. Il termine akóuesthai (ἀκούεσθαι) è la forma infinita della voce media del verbo akóuō (ἀκούω), cioè, “ascoltare”, che si concentra sull’azione, appunto, dell’ascolto che agisce su se stesso, sfruttando la caratteristica riflessiva della voce media: “un ascoltare ascoltandosi”.
[3] Jean-Pierre Vernant (2010). L’immagine e il suo doppio: Dall’era dell’idolo all’alba dell’arte. Milano - Udine: Mimesis. pp. 67-68 
[4] Daniela Lancioni (a cura di) (2013) Anni 70 arte a Roma. Roma: Iacobelli Editore. p. 285
[5] Mikel Dufrenne (1991). L’Œil et l’Oreille. Paris: Jean-Michel Place. p. 181

Friday, January 23, 2015

Diaspora Mousikē - Gasteig München 29/01/2015

Diáspora Ensemble

WELTMUSIK / ALTERNATIVE
THU, 29.01.15 / 8:00 PM / BLACK BOX
€ 17,–; ERM. € 14,–

U. a. mit
Andreas Martin Hofmeir (ECHO-Preisträger 2013), Tuba
Barbara Stegemann, Oboe
Mathias Lachenmayr, Schlagwerk
Tobias Jackl, Klavier

FAChA Streichquartett

Leitung: Gustavo Brinholi

Das Kammermusik-Ensemble, gegründet von Gustavo Brinholi, Armando Lôbo und Alípio C. Neto, präsentiert in variabler Besetzung Weltmusik und zeitgenössische Musik. Die Künstler stammen aus verschiedenen Ländern und sind meist außerhalb ihres Heimatlandes tätig. Nach Konzerten in Brasilien und den USA kommt das Diáspora Ensemble mit einer Besetzung von neun Musikern wieder nach München.

Zur Aufführung kommen Stücke von Armando Lôbo, Alípio C. Neto und Gustavo Brinholi (Brasilien), Daniele dal Monaco (Italien) und Rodrigo Navarro (Argentinien).

Mit Unterstützung des KR
(Deutsch-Brasilianischer Kulturverein e. V., Puchheim)